Che si attribuisca all’etica un fondamento trascendente o che la si consideri una mera convenzione tra gli uomini per ottenere il massimo della felicità o dell’utilità attraverso l’ordine e la pace sociale, è tuttavia innegabile l’universalità di un’istanza etica che da sempre spinge l’uomo alla ricerca di comportamenti socialmente condivisi, su cui fondare la convivenza civile. Tale istanza etica trova il suo sbocco naturale (o dovrebbe trovarlo) nel rispetto dei diritti e dei doveri reciproci; nelle società civili, nel tempo, ha dato vita al Diritto, alle leggi, ai regolamenti. Soggetto e destinatario dell’agire etico e del Diritto è fondamentalmente l’uomo, con la dignità della sua persona e con la sua identità culturale, religiosa, sociale.
Nel corso della storia, numerosi eventi hanno provocato radicali mutamenti e progressive omologazioni nel modo di vivere, di pensare, di produrre, in determinate aree geografiche. Attualmente, siamo di fronte al più pervasivo e ineluttabile di tali cambiamenti, ad un fenomeno inedito che investe l’intero pianeta e che tende ad una sua totale omologazione, economica e culturale, alla sua trasformazione in quello che Marshall McLuhan definisce, con un’immagine efficace, il “villaggio globale”.
La globalizzazione in atto è frutto della contemporaneità e dell’interdipendenza di numerosi fattori. La velocità della comunicazione attraverso i media e le reti telematiche, che azzerano il fattore spazio-temporale e collegano istantaneamente qualsiasi parte del mondo, la velocità nel trasferimento di merci e persone, la diffusione di modelli produttivi e la rete di commerci finanziari che passano attraverso le borse scavalcando le frontiere e i poteri dei singoli Stati, il decentramento delle strutture produttive alla ricerca di costi più bassi e la relativa incertezza sul lavoro, la nascita di organismi internazionali chiamati a regolamentare la nuova rete di rapporti, l’invadenza di modelli “vincenti”, culturali e di consumo, sono soltanto alcuni degli aspetti più evidenti del fenomeno in atto. Internet, con il suo “diluvio universale” di informazioni, in gran parte prive di controllo, con i problemi giuridici, etici, sociali, culturali ed economici che pone, può essere considerata “la principale metafora” delle trasformazioni in atto.
Di fronte ad un progressivo processo di globalizzazione, che per un verso consente di acquisire nuovi saperi e offrire nuove opportunità, ma che, in quanto affermazione di modelli dominanti, tende a cancellare i particolarismi culturali, religiosi, linguistici, giuridici, comportamentali, legati ad un determinato contesto antropologico-culturale, si avverte la necessità di ridefinire i principi ed i contenuti di un agire etico universalmente riconosciuto, che non sia un apparato artificioso di norme standard ma un complesso organico e naturale di principi che consentano di non perdere di vista l’uomo nella sua completezza, il suo sviluppo materiale e spirituale, e più in generale, il senso di umanità. I recenti, drammatici avvenimenti che hanno colpito l’intero pianeta e che rischiano di travolgerne i fragili equilibri, sottolineano con tragica evidenza come non possa esserci pace senza giustizia, e come non possa esserci giustizia senza un’assunzione individuale di responsabilità nei confronti dell”etica e del diritto.
Ma quali saranno, nel villaggio planetario, i valori-guida, universalmente riconosciuti, su cui fondare comportamenti etici “globali”? Come si tradurranno in contenuti specifici e modalità di applicazione adeguate al nuovo scenario mondiale? Chi, con quale autorità e quali strumenti ne garantirà l’applicazione, dal momento che la rete di rapporti transnazionali ha reso in parte inefficaci i tradizionali strumenti di controllo degli Stati? E’ ipotizzabile la creazione di un organismo internazionale, universalmente riconosciuto come Garante morale?
Come elaborare una “cultura della globalizzazione”, ovvero, come educare alla globalità, nel senso di un ampliamento della propria percezione e della propria coscienza di cittadini del mondo, e quindi del proprio senso di responsabilità individuale? Come favorire la formazione delle nuove generazioni alla flessibilità e ad un’equa competitività con strumenti nuovi ed adeguati? Come coniugare “competitività” e “solidarietà”? Come superare la disparità competitiva, che nei paesi meno sviluppati deriva da uno scarso rispetto per i diritti e le libertà civili? Come armonizzare lavoro, relazioni sociali e tempo libero migliorando la qualità della vita? Come salvaguardare i diritti delle minoranze, degli “esclusi”, dei più deboli, dei disabili?
Al contempo, come si potrà garantire la propria e l’altrui identità, la propria dignità, senza correre il rischio di essere ridotti a pure “astrazioni mentali” ovvero a “programmi”? Sarà possibile configurare in modo nuovo un diritto antico, quello alla non-omologazione, inteso non tanto come chiusura, come difesa accanita e aprioristica di tradizioni e particolarismi ma come diritto ad apportare un contributo originale che arricchisca la collettività, proprio grazie alla “diversità” culturale, scientifica, religiosa, sociale? Sarà possibile configurare un’ “etica del villaggio globale”, che riscoprendo in forme nuove principi antichi e universali, in quanto strettamente attinenti alla natura peculiare dell’uomo, ponga l’uomo stesso, con le sue potenzialità di sviluppo materiale, intellettuale e spirituale, come obiettivo primario del suo agire?
Questi ed altri interrogativi hanno spinto ATHENAEUM N.A.E., con il Patrocinio dell’ONU e dell’UNESCO, a promuovere un ampio dibattito, un work in progress con il contributo di numerosi, insigni studiosi ed esperti a livello internazionale, per individuare i fenomeni più rilevanti legati al processo di globalizzazione, soprattutto nel campo della Comunicazione e dell’Informazione, dell’Economia, del Commercio, della Finanza e del Lavoro, delle Scienze Umane, dell’Educazione e della Cultura, dell’Ambiente e della Ricerca Scientifica, nonché del Diritto, per evidenziarne le implicazioni di natura etica e per cercare di definire su quali principi fondamentali, e con quali strumenti concreti, porre le basi di “un’etica del villaggio globale”, nel rispetto dell’uomo e della sua integrità, materiale e spirituale.
Il Progetto, che si è sviluppato nell’arco di tre anni, si è arricchito di numerosi interventi, sotto forma di articoli, brevi saggi e conferenze. I diversi contributi saranno pubblicati come Atti, e saranno oggetto di una proposta operativa da sottoporre agli organismi internazionali.