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Casa del Cinema di Roma
L.go Marcello Mastroianni, 1 - Roma
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Athenaeum NAE

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Data

19 Dic 2016

Ora

9:30

Progetto

Con gli occhi del cinema

Incontro/dibattito con Ivan Cotroneo.

Regia: Ivan Cotroneo
Sceneggiatura: Ivan Cotroneo, Monica Rametta
Produzione: Italia – 2016 – drammatico
Interpreti: Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani, Leonardo Pazzagli, Simonetta Solder, Giorgio Marchesi, Susy Laude, Thomas Trabacchi, Laura Mazzi, Sergio Romano

Un Bacio è un film sull’adolescenza, sulle prime volte, sulla ricerca della felicità. Ma anche sul bullismo e l’omofobia. Sui modelli e sugli schemi che ci impediscono, e che impediscono soprattutto ai ragazzi, di essere felici, di trovare la strada della loro singola, particolare, personale felicità.

Lorenzo, Blu e Antonio hanno molte cose in comune: hanno sedici anni, frequentano la stessa classe nello stesso liceo in una piccola città del nord est, hanno ciascuno una famiglia che li ama. E tutti e tre, anche se per motivi differenti, finiscono col venire isolati dagli altri coetanei. La loro nuova amicizia li aiuta a resistere, fino a quando le meccaniche dell’attrazione e la paura del giudizio altrui non li colgono impreparati.

Un film sui condizionamenti e la paura del giudizio degli altri. Atto di coraggio, da parte del regista nel toccare temi spesso sfruttati e allo stesso tempo ignorati nella loro effettiva sostanza, ne richiede altrettanto agli spettatori perché si guardi con occhi liberi da paure il mondo in cui ci troviamo. Ogni età dell’uomo ha le sue prove, così è sempre stato dalla notte dei tempi, ma oggi sembra che siano tutti molto meno preparati da affrontarle. Certo le cose sono cambiate e con esse anche le circostante da superare. Nessuno mai prima d’ora era vissuto sotto simili pressioni all’omologazione: la sopravvivenza sembra dipendere per tutti, adulti e ragazzi, dalla capacità individuale di non essere esclusi dal gruppo sociale in cui si vive. Per farlo serve l’accettazione più o meno esplicita di modelli apparentemente trasgressivi ma in realtà molto standardizzati. Eppure, ci dice il regista, si può ancora dire di no e trovare il coraggio di scegliere l’indirizzo da dare alle proprie vite. Senza modelli irraggiungibili, capaci di guardare alle fragilità umane come espressione della nostra normalità.

Ivan Cotroneo

Nato a Napoli, nel 1968, si trasferisce a Roma, dove nel 1992 si diploma in sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Esordisce con la sceneggiatura de La stirpe di Iana nel film collettivo I vesuviani di Pappi Corsicato, e del lungometraggio Chimera.
Collabora alla sceneggiatura di In principio erano le mutande di Anna Negri, e scrive la sceneggiatura di Paz! sui personaggi di Andrea Pazienza, con Renato De Maria e Francesco Piccolo. Nel 2003, collabora con Daniele Luchetti e Stefania Montorsi in Dillo con parole mie e scrive il cortometraggio L’ultimo giorno di Alex Infascelli. Nel 2007 collabora alla sceneggiatura di Piano, solo, adattamento di un libro di Walter Veltroni. Nel 2008 scrive assieme a Maria Sole Tognazzi L’uomo che ama, film d’apertura del Festival Internazionale del Film di Roma 2008. Tra le recenti sceneggiature La prima linea di Renato de Maria (con Sandro Petraglia e Fidel Signorile), di Io sono L’amore (2009) con Barbara Alberti, Walter Fasano e Luca Guadagnino e di Mine vaganti con Ferzan Ozpetek. Sta lavorando con Monica Rametta e Ludovica Rampoldi all’adattamento cinematografico del suo romanzo La kryptonite nella borsa.
Ha lavorato come sceneggiatore anche per la televisione: fiction miniserie e programmi televisivi come L’ottavo nano, di Serena Dandini e Corrado Guzzanti, e il talk show Parla con me; un adattamento di Pinocchio. Per il teatro, ha adattato l’edizione italiana di Closer di Patrick Marber e Le regole dell’attrazione di Bret Easton Ellis, ha scritto testi per spettacoli comici e il monologo Se stanotte sono qui per Claudio Gioè.
Ha pubblicato: Il piccolo libro della rabbia. Reagire ai soprusi e vivere felici (Bompiani, Milano 1999), Il re del mondo (Bompiani, Milano 2003), Cronaca di un disamore (Bompiani, Milano 2005), La kryptonite nella borsa (Bompiani, Milano 2007), Un bacio (Bompiani, Milano 2010). È il traduttore ufficiale per l’Italia delle opere di Hanif Kureishi e Michael Cunningham.

Ivan Cotroneo: «Nel film Un bacio dico ai ragazzi di non avere paura»
dall’intervista di Cristina Lacava, per IO Donna- Corriere della Sera, 3 aprile 2016

Ispirato a un fatto di cronaca, l’omicidio di Larry King, lascia molte domande aperte, anche per gli adulti. Si può intervenire in situazioni simili? Che cosa fa la differenza? Che cosa può dare forza ai giovani?

Cotroneo: «Il film è un invito a non avere paura, a non dipendere da quello che gli altri pensano di noi, a non farci dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per paura di restare soli, ed essere infelici. Oggi il giudizio scatta immediato e si diffonde con la velocità dei social network, incasellando le persone in una categoria. E invece, come dice a un certo punto Lorenzo, un ragazzo ha bisogno di tempo per fare le sue scelte. Basti pensare a Blu, che non si ribella alla fama di ragazza facile, fino a quando scoprirà che la realtà è diversa da quella che crede e sarà uno choc terribile».

Il tema dell’identità è un fondamento dell’adolescenza, da sempre. «Innamoramento e amicizia si intrecciano, attrazione e bisogno d’affetto si confondono. Il bisogno di essere apprezzati è prioritario, perché l’identità si costruisce sullo sguardo degli altri» spiega lo psicoterapeuta Roberto Todella. «Se a 15-16 anni vieni emarginato, non esisti. E il bullismo è tanto più devastante quanto il dileggiamento è globale. L’identità si costruisce passo dopo passo, questo significa crescere». Purtroppo, spesso il tempo non c’è:

Cotroneo: «Siamo in una società sessista e omofoba. Nelle scuole, gli insulti “frocio” e “troia” sono un marchio immediato. Basta una serata brava, o un look vistoso per essere giudicati come Blu e Lorenzo. Magari, rispetto a una volta, l’accettazione sociale di un “diverso” è più diffusa. Però, quando non c’è, il rifiuto raggiunge punte di integralismo e violenza mai viste. Vogliamo parlare dei cartelli al Family Day, con coppie gay e la scritta “sbagliato”? La sessualità non si sviluppa secondo un modello unico, è complessa e sfaccettata, soprattutto nell’adolescenza».

In questo marasma di sentimenti, la famiglia può non farcela. Uno dei pregi del film è sfatare il mito che a un ragazzo problematico corrisponda un genitore disattento.

Cotroneo: «Non è così. Le tre coppie di adulti hanno tanto amore da dare, ma sono fragili. La mamma di Blu commette molti errori. Ma quando la figlia avrà bisogno d’aiuto, ci sarà. I ragazzi queste cose le sanno. Quando ho chiesto ai giovani con chi avrebbero voluto vedere Un bacio, hanno messo al primo posto gli amici, ma già al secondo i genitori».

Gli studenti del liceo Carducci di Pisa stanno seguendo un progetto contro le barriere culturali. Dopo l’anteprima di Un bacio, hanno voluto leggere il racconto di Cotroneo da cui è tratto il film, per parlarne poi insieme. «È nato un desiderio di lettura inaspettato» dice l’insegnante Cinzia Sala. «Ma sono rimasti molti dubbi e hanno deciso di tornare al cinema con gli amici. Poi prepareranno una serie di domande per il regista e gli attori, che noi docenti invieremo via mail. I ragazzi hanno vissuto il film in chiave positiva, come un invito alla consapevolezza. E questo credo sia il messaggio più importante».


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