Luogo

Via Luciano Manara – Roma
Via Luciano Manara – Roma
Categoria

Data

02 Apr 1993

Ora

All of the day

Via L. Manara, Roma – venerdì 2 aprile 1993

Interpreti:
Sal Genovese, sax;
Tullio Visioli, tenore, flauto dolce;
Elisabetta Crinella, flauto traverso;
Riccardo Crinella, chitarra, laud;
Gianfranco Benigni, percussioni.

Programma:
“Musiche per danza dal Quattrocento al Seicento”

Il Concerto ha concluso un Seminario dal titolo “Ambiente sonoro e stili musicali”, tenuto da Gianfranco Benigni, Tullio Visioli e Ida Cerrella, e articolato in tre incontri: “Il Medioevo”, “Umanesimo e Rinascimento”, “Il Seicento”.

Ensemble “CONCERTO ITALIANO”
La danza e le arie a ballo tra il XVI e il XVII secolo.

L’incontro con la danza e le “arie a ballo” tra ’500 e ’600 propone il contrasto tra l’apparente semplicità del messaggio musicale e la complessa varietà di significati racchiusa nello stesso messaggio, che si traduce nella necessità di un’approfondita ricerca musicale.

I motivi e le “tecniche” della danza rinascimentale oscillano continuamente tra la stilizzazione colta e distaccata dalle forme popolari e il prevalere dello slancio della stessa tradizione popolare, che opera continuamente come stimolo e propulsione all’elaborazione delle forme sonore “colte”. Nel caso delle arie a ballo del primo ’600 è la parola, il testo poetico che governa il clima espressivo di un ritmo di danza spesso trascinante, dove i richiami pastorali e mitologici cari al ’600 sono evidenti, ma dove c’è anche lo spazio per la parodia e l’ironia divertita del “lamento” pastorale.

In questo repertorio l’esecutore deve continuamente confrontarsi con i ritmi e i temi musicali, deve essere in grado di variare, ornare, improvvisare e rendere l’effetto-affetto espressivo della musica, così come nella danza la maestria consisteva nella capacità di variare e “inventare” i passi e le movenze in sincronia con l’esecuzione musicale.

Scopo del concerto è quindi quello di un’esposizione chiara e accessibile di questo mondo sonoro, evitando una ricostruzione didascalica e proponendo piuttosto la vitalità, la tensione ritmica ed emotiva propria di questo repertorio.